Psicologia e Corona Virus
L?immaginazione pu? salvarci dalla paura del coronavirus
In questi giorni di isolamento forzato ci sentiamo ripetere spesso dai media e da chi si occupa di salute di RESTARE A CASA per far fronte al rischio di contagio da COVID-19.Rimanere a casa con le dovute misure di sicurezza pu? salvarci dall?essere infettati ed essere ?untori? di altre persone. Non ? altrettanto vero per? che questo provvedimento mette in salvo anche il nostro equilibrio emotivo, se non ?immaginiamo? un modo intelligente e piacevole di rimanere in casa. Il prof. Raffaele Morelli, fondatore dell?Istituto Riza di Medicina Psicosomatica, spiega che, rimanere in casa senza impegnare la mente, senza investire le nostre energie mentali su qualcosa di interessante, stimolante, paradossalmente pu? favorire l?accrescimento dell?ansia. Infatti, l?inattivit? forzata di per s? porta ad avere la necessit? di trovare altro (se non c?? il lavoro a cui ci dedichiamo quotidianamente) su cui spostare gran parte delle energie psichiche prima impegnate sullo svolgimento della nostra professione. Pensare di non lavorare senza trovare un sostitutivo mentale per colmare quella mancanza (mi riferisco a quelle modalit? passive di trascorrere molte ore del giorno senza ingegnarci in niente o peggio, ascoltare continuamente gli aggiornamenti sul numero dei deceduti e dei contagiati da COVID-19), alimenta il pensiero ossessivo sulle nostre paure, sul nostro senso di impotenza, che ha un?azione depressiva sul nostro sistema immunitario. Tutto ci?, se da un lato ci protegge dal contagio fisico, dall?altro favorisce l?insorgenza della malattia per la nostra mente che a volte ha conseguenze anche sul nostro organismo.Dunque, a casa s?, ma distraendoci. O meglio, occupandoci di ci? che rilassa o stimola piacevolmente il nostro pensiero; ognuno nel modo in cui gli ? pi? congeniale (scrivere, disegnare, piantare un seme, leggere, progettare), purch? siano attivit? che ci portando ad usare l?immaginazione, a fantasticare. L?immaginazione ? un farmaco straordinario perch? permette di credere che quello che noi desidereremmo nella nostra fantasia possiamo darci da fare per renderlo reale. In altre parole, questo lavoro immaginario permette di spostare le nostre energie mentali da contenuti angosciosi e mortiferi a rappresentazioni mentali piacevoli, vitali, alimentando la nostra forza emotiva. Il prof. Morelli, anche in questa situazione specifica del coronavirus, consiglia agli adulti di prendere esempio dai bambini: ?In tre minuti hanno capito che devono lavarsi bene le mani, rimproverano mamma e pap? se si avvicinano troppo, ma poi riprendono tranquillamente a giocare?. Riescono a farlo perch? il gioco, e quindi la dimensione immaginaria, ? investita: dedicano tempo alle fantasie, le alimentano e le mettono in scena attraverso il gioco. Questo ? un vero e proprio lavoro mentale, per l?anima, assolutamente necessario da compiere per poter riuscire a sopportare anche una realt? fatta di doveri, compiti e regole. Mai come in questo momento sembra essere pi? appropriato il riferimento alla nozione di ?oggetto transizionale? di D. Winnicott che fa riferimento alla necessit? di trovare nel simbolo il modo di sopravvivere alle proprie angosce. Winnicott usa il termine ?oggetto transizionale? per designare un?area intermedia di esperienza tra la realt? interna (la vita immaginaria) e la vita esterna. Si tratta di un?illusione che porta spesso a notare quel fenomeno per cui il bambino legandosi ad un oggetto o ad un comportamento il cui uso diventa d?importanza vitale (per esempio, al momento di andare a dormire) si difende dall?angoscia, soprattutto quella di tipo depressivo, riuscendo cos? a tollerarla in assenza del suo riferimento emotivo (il caregiver). Anche per gli adulti funziona allo stesso modo: in assenza delle loro sicurezze quotidiane devono poter trovare qualcosa, un?attivit?, su cui proiettare le loro fantasie amorose per poter rendere vivibili, e quindi tollerabili, le angosce a cui sono confrontati nei momenti bui della loro vita reale. Ecco perch?, imparare a ?giocare con la fantasia? ci salva dal panico di ammalarci di coronavirus.