Psicologa a Roma Prati: la dipendenza da Internet negli adolescenti 2 parte

Le persone maggiormente a rischio di contrarre questa forma di Dipendenza da Internet sono quelle con difficoltà comunicative-relazionali e in età giovanile e adolescenziale.A questa età la presenza di alcuni dei seguenti segni in modo continuativo, dovrebbero destare preoccupazione:

  • Quando è in rete il ragazzo manifesta palesemente un senso di euforia;
  • Sembra incapace di staccarsi da internet;
  • Quando non puà collegarsi manifesta apatia;
  • Approfitta di ogni occasione e di ogni scusa per collegarsi;
  • Più tempo passa in rete e più vorrebbe passarne;
  • Manifesta una caduta negli altri interessi;
  • Manifesta un ritiro dalle relazioni sociali;
  • Trascura gli altri doveri;
  • Non riesce a dare conto delle attività svolte online?

In questi casi la dipendenza costituisce un comportamento di evitamento attraverso cui il soggetto si rifugia nella rete per sfuggire alle sue problematiche esistenziali. Le relazioni che si instaurano attraverso la rete tendono ad essere idealizzate, e spesso restano tali, con l’intento di rispondere ai propri bisogni relazionali e affettivi. In questi contesti, inoltre, la persona spesso fornisce di sè un’immagine idealizzata e irrealistica, utilizzando dei nickname che se da un lato mascherano la propria identit?, consentendo alla persona di sperimentare un anonimato spesso facilitatore, dall’altro le permettono anche di rivelare di s? alcuni aspetti selezionati, come interessi e preferenze che possono trasparire dalla scelta di immagini e soprannomi.??

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Cause e fattori di rischio

Alcuni ricercatori attribuiscono l’origine del fenomeno IAD ad una difficoltà del controllo degli impulsi; in questi casi la rete, permettendo di ottenere una soddisfazione immediata di stati d?animo spiacevoli e connotati da ansia, tensione, insoddisfazione, diventa uno strumento indispensabile per risolvere tempestivamente tali vissuti negativi e ottenere cosi una condizione di piacere nell’immediato.

I giovani uomini single, gli studenti universitari, le donne di mezza età e gli individui con un più basso livello di istruzione risultano particolarmente vulnerabili allo sviluppo di una dipendenza da Internet.Inoltre, sembrano più a rischio di sviluppare una dipendenza da Internet le persone affette da personalità di tipo ossessivo-compulsivo, tendenti al ritiro sociale, alla timidezza estrema e alla bassa autostima o con marcati aspetti d’inibizione nei rapporti interpersonali. Il fenomeno può essere favorito anche dalla presenza di altri disturbi comportamentali (es. l’ADHD, sindrome da deficit di attenzione e iperattività).??Allo sviluppo di dipendenze associate all’uso di Internet possono contribuire alcuni tipi di disturbi psichici preesistenti, come: Disturbo depressivo; Disturbo ossessivo-compulsivo;Disturbo bipolare;

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Terapia

L’educazione al corretto uso della rete è senza dubbio la soluzione più impegnativa, ma anche la più efficace. I genitori dovrebbero riuscire a spiegare ai loro figli, fin dalla più tenera età come funziona internet e i possibili rischi. Semplici regole, a scopo preventivo, possono essere quelle volte a limitare la quantità di tempo trascorso quotidianamente al computer, cercando di alternare questi momenti con attività sociali o altri svaghi. Inoltre, è sconsigliabile mettere una connessione internet nella cameretta del proprio figlio, almeno fino all’adolescenza. Anche i cellulari che permettono la navigazione on line dovrebbero non essere disponibili di notte. I filtri, in grado di bloccare l’accesso a contenuti o all’uso di determinati servizi, possono essere utili ma sono facilmente aggirabili”

Quando l’abuso di Internet raggiunge livelli non gestibili dai genitori attraverso delle condotte psicoeducative,è opportuno rivolgersi agli specialisti.Gli approcci per gestire l’uso patologico del web sono sostanzialmente gli stessi impiegati per gli altri tipi di dipendenza, e comprende la psicoterapia volta alla gestione degli impulsi.                                      L’intervento psicoterapeutico deve ridurre gradualmente il comportamento patologico, ma, al contempo, individuare delle alternative, sufficientemente gratificanti, che possano sostituirlo, aiutando il soggetto a superare le eventuali difficoltà socio-relazionali. Di solito, non è prevista la prescrizione di psicofarmaci, salvo nei casi in cui non vi sia associato un importante livello di depressione.

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