Può capitare a tutti noi di accusare difficoltà nell’avere una percezione dei nostri ricordi in maniera integrata sia a livello di coscienza che a livello sensoriale. Ad esempio, sarà capitato a tutti noi di essersi accorti di aver fatto una certa azione automaticamente e quindi di non averne avuto coscienza (e quindi neanche il ricordo) fino al momento di averla compiuta. Ciò può accadere perchè mentre si sta svolgendo quell’azione si pensa ad altro, si è sovrappensiero. Questi stati di normale dissociazione di solito non compromettono le normali attività quotidiane. In rare occasioni invece, può accadere che una persona possa completamente dimenticare le attività svolte nel giro di minuti, ore o in periodi più lunghi. In questi casi il soggetto ha la sensazione di aver perso parte della sua vita. Egli può sentirsi scollegato (dissociato) da se stesso (identità), come se non fosse lui in quel momento , così come dai propri ricordi o avere percezioni sensoriali (visive, uditive, olfattive, gustative, tattili) alterate (amplificate o attenuate oppure assenti); la stessa sensazione di estraneità può averla riguardo le proprie emozioni, il proprio corpo e comportamento. In questi casi, l’individuo è affetto da un disturbo dissociativo. Il termine dissociazione è utilizzato per descrivere una dis-connessione tra alcuni processi psichici rispetto al restante sistema psicologico dell’individuo. Con la dissociazione si crea un’assenza di connessione nel pensiero, nella memoria e nel senso di identità di una persona (Dutra et al.,2009). La dissociazione in psicopatologia è un termine che indica sia la categoria diagnostica dei disturbi dissociativi, sia i sintomi dissociativi della coscienza prodotti dagli stessi e da alcuni processi psicopatogenetici causati da esperienze traumatiche che interferiscono con la integrazione delle funzioni psichiche. Dunque, i sintomi dissociativi possono caratterizzare i quadri clinici dei Disturbi Dissociativi oppure possono presentarsi in maniera variabile in tutte le categorie diagnostiche del Manuale Statistico dei Disturbi mentali 5 (DSM5) rappresentando un indice di gravità del quadro clinico. Secondo il DSM5 i disturbi dissociativi comprendono:
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Disturbo dissociativo dell’identità
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L’amnesia dissociativa
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Disturbo da depersonalizzazione/ derealizzazione
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Disturbo dissociativo non specificato
Disturbo dissociativo dell’identità
Secondo i criteri del DSM5, il disturbo dissociativo dell?identit? ? caratterizzato dalla presenza di due o pi? identit? distinte, descritta in molte culture come un? esperienza di possessione spiritica. Questo comporta una forte compromissione (o discontinuità) nella percezione del senso di Sè, accompagnata da alterazioni negli affetti, nei comportamenti, nella coscienza, nella memoria, nella percezione, nella cognizione e nelle funzioni senso-motorie. Queste alterazioni possono essere auto-riferite o riportate da terze persone. I sintomi causano un disagio significativo o compromissione sociale, lavorativa o di altre importanti aree di funzionamento. I sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica
Amnesia dissociativa
L’amnesia dissociativa è l’incapacità di ricordare importanti informazioni autobiografiche che dovrebbero essere ben conservate nella memoria e comunemente ricordate facilmente. Questo meccanismo psicologico non si verifica necessariamente immediatamente dopo l’inizio dello evento stressante, ma anche dopo molte ore o persino giorni dall’evento. A volte appaiono dei flashback dell’evento. L’amnesia dissociativa differisce dall’amnesia permanente causata da danni neurologici o tossicità che impediscono la ritenzione o il richiamo delle memorie, questo significa che l’amnesia dissociativa è sempre potenzialmente reversibile. In altre parole, in presenza di amnesia dissociativa gli engrammi (tracce mnestiche) esistono ancora ma sono profondamente sepolti nella mente della persona ma l’individuo non riesce a recuperarli e quindi ad averne ricordo. In rari casi accade che possa insorgere la rievocazione, spontanea o sollecitata da stimoli ambientali, di quanto memorizzato.
Disturbo da Depersonalizzazione/ Derealizzazione
Nel disturbo da Depersonalizzazione/Derealizzazione il soggetto manifesta entrambi i sintomi dissociativi. Con il termine depersonalizzazione, nel DSM5 si fa riferimento ad un’esperienza in cui il soggetto vive una sensazione di distacco da Sè o di essere un osservatore esterno rispetto al proprio corpo o ai propri pensieri, sentimenti, sensazioni, azioni (ad esempio: alterazioni percettive, senso distorto del tempo, sensazione di un Sè irreale o assente, intorpidimento emotivo e/o fisico). Per derealizzazione invece, sì intendono quelle esperienze di irrealtà o di distacco rispetto a un ambiente (ad esempio, persone o oggetti sono vissuti come irreali, onirici, senza vita o visivamente distorti). In questo tipo di disturbo dissociativo dunque, il quadro dei sintomi è caratterizzato sia dalla presenza di frequenti disgregazioni e interruzioni del senso di sè che del mondo circostante. Spesso ciò è fonte di spavento e preoccupazione per gli individui che, a lungo andare, si rendono conto di perdere sempre più il controllo della loro vita e iniziano a presentare alti livelli di ansia (sviluppando anche attacchi di panico), depressione, problemi nell’ambito sociale e comportamenti disfunzionali come l’abuso di sostanze.
Disturbo dissociativo non specificato
Questa categoria diagnostica include la presenza di sintomi caratteristici di un disturbo dissociativo che causano disagio clinicamente significativo o compromissione nell’area sociale, lavorativa, o in altre importanti aree del funzionamento, che per? non soddisfano pienamente i criteri per una delle classi diagnostiche dei disturbi dissociativi sopraelencati.
DISSOCIAZIONE E TRAUMA
Molte volte i disturbi dissociativi sono riportati in prossimità di traumi o a stress intensi, pur non essendone questi ultimi la causa diretta degli stessi. Tuttavia, è presente una stretta relazione tra l’insorgenza di un trauma psichico e la comparsa di sintomi dissociativi. Ad esempio, sia il disturbo acuto da stress che il disturbo da stress post-traumatico presentano sintomi dissociativi, tra cui amnesia, flashback e depersonalizzazione/derealizzazione. Anche se l’ipotesi più diffusa sembra essere quella che vede i sintomi dissociativi come dei meccanismi protettivi rispetto al trauma. Ovvero, l’essere esposti ad un’esperienza traumatica, tale da comportare un pericolo di vita (da definizione del DSM), attiverebbe nell’individuo un sistema di difesa psicologica, molto arcaico, per proteggerlo da informazioni che appaiono troppo minacciose e fonte di angoscia per poterle incamerare a livello cosciente. Purtroppo la dissociazione non solo non sarebbe una protezione dal dolore, ma un’esperienza al limite dell’annichilimento, dalla quale la mente deve difendersi per non sprofondare nell’abisso.