L?elaborazione complicata del lutto o lutto sospeso 2

L?elaborazione complicata del lutto o lutto sospeso 2 parte

In un certo senso, nel periodo della guerra cos? come accade in questi giorni di pandemia, si sperimentava il vissuto della morte che giungeva in maniera frequente, improvvisa e inarrestabile senza che i sopravvissuti potessero avere in quel momento, il tempo per farsene una ragione. Tuttavia, c?era qualcosa di diverso in quel frangente rispetto all?epoca attuale che consentiva l?elaborazione della sofferenza della perdita: il dolore della morte poteva essere attutito dai commilitoni che pietosamente, perch? consapevoli dell?orrore, avevano raccolto oggetti, lettere, e cartoline delle vittime. E quando i sopravvissuti potevano tornare, raccontavano quanto ?eroicamente e dignitosamente? era caduto il loro caro. La gloria era un po? di balsamo sul dolore. Invece, ai nostri giorni, all?epoca del covid-19, i familiari dei deceduti, sono privati di ogni forma di rituale e di commemorazione dei propri defunti, rendendo quasi impossibile l?accettazione della morte, che quindi determina cos? la sospensione del processo di elaborazione del lutto.

 

 

 

 

Nei casi in cui il lutto rimane sospeso, congelato, ovvero quando le persone vengono private della possibilit? di accostarsi alla morte attraverso la presenza di riti che aiutano a lenire il dolore del lutto, il processo di elaborazione della scomparsa si complica.

Per quali ragioni fenomeni traumatici, improvvisi e dalle proporzioni inattese, come le pandemie, i terremoti, gli alluvioni, favoriscono la sospensione del processo di elaborazione del lutto?? L?imprevedibilit? e l?inarrestabilit? che caratterizza i decessi in queste catastrofi, non consente di avere un tempo necessario per integrare psichicamente il cambiamento (processo di elaborazione del lutto); ovvero la perdita. Nello specifico, in questi giorni pandemici, i decessi oltre ad essere numerosi ed improvvisi, vengono sub?ti soprattutto come un evento repentino, di rapido passaggio, dove non c?? pi? alcun rituale e nessun simbolo che caratterizza il processo del trapasso. L?assenza del rito funebre, la fretta della cremazione dei corpi, l?assenza della vicinanza fisica durante il commiato, impediscono di connotare psichicamente l?evento del decesso e di avere un tempo emotivo per permettere ai sopravvissuti di riflettere e addentrarsi gradualmente col pensiero all?idea della scomparsa del caro estinto.

 

FASI DI ELABORAZIONE DEL LUTTO

 

La morte di una persona a noi vicina ci fa soffrire sempre, ma l?idea di non poter essere presenti nel momento del suo trapasso, di non poter compiere quei gesti che leniscono l?angoscia, come ?accogliere l?ultimo sguardo, ascoltare l?ultimo respiro, ci fanno vivere un carico di dolore ulteriore che si aggiunge al dolore della scomparsa: per il familiare sopravvissuto tutto ci? rappresenta la perdita del ruolo di testimone, l?impossibilit? di vivere l?illusione di rendere meno faticoso il trapasso al morente e a chi lo accompagna. ? Tutto questo rende molto complicato l?elaborazione del dolore della perdita, con tutte le conseguenze psicologiche che ci? determina (cristallizzazione dei sintomi, sindromi cliniche che possono rendere difficili le relazioni e la vita personale).

Se ? vero che l?esito del lutto e la sua elaborazione dipendono fortemente dalla capacit? di resilienza personale e dagli interventi tempestivi di soccorso psicologico, ? pur vero che anche chi ? resiliente ha bisogno di ?appoggiarsi? a dei codici, a dei rituali che aiutano a percorrere gli stadi del lutto e la gamma di sentimenti ed emozioni che lo accompagnano.Purtroppo, la nostra societ? negli anni ha perso l?uso della ritualit? che caratterizza il lutto, rendendolo sempre pi? un fatto individuale e da consumare in fretta, per darci l?illusione di tornare in fretta alla ?normalit??; normalit? intesa quasi sempre come performativit?.

Invece, la comunicazione e la relazione con chi ? immerso nel processo di elaborazione di un lutto non pu? essere quella abituale. Quei simboli che usavano i nostri nonni nel periodo del lutto (la fascetta o il bottone nero per gli uomini, il vestito nero per le donne) rappresentavano implicitamente un invito ad un modo diverso di rapportarsi con chi viveva il lutto. Una maggiore empatia, un invito alla comprensione, al rispetto della mancanza e del ricordo del caro estinto!

Queste usanze oggi non ci sono pi?, sembrano aver perso d?importanza, ma forse tutto ci? ? pi? semplicemente l?evidenza che noi facciamo fatica a contemplare la possibilit? di vivere il dolore, anche se questo ? l?unico modo per ricominciare a vivere davvero una vita dopo la morte!.

 

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