I VANTAGGI del CORONA VIRUS

L’esperienza della pandemia ci sta facendo vivere molte emozioni diverse, legate sia alla paura del contagio da qualcosa che è invisibile e a noi sconosciuto, sia ad un cambiamento radicale delle nostre abitudini quotidiane (assenza di contatti fisici, privazione delle routines ordinarie, ritiro forzato in casa). Forse, non sapendolo, questa situazione ci sta confrontando anche con la possibilità di vivere anche dei benefici. Primo tra tutti la capacità di riuscire a stare con le nostre emozioni per imparare a viverle, senza dover sfuggire ad esse. In particolare, la situazione del coronavirus ci sta insegnando a fare i conti con il sentimento dell’angoscia. Il filosofo Umberto Galimberti  dice “Non si deve parlare di paura ma di angoscia, perché la paura è un meccanismo di protezione che ci permette di allertarci, per proteggerci, nelle situazioni in cui è presente un reale e oggettivo pericolo. Dunque, la paura ha un oggetto determinato. Il corona virus invece è un oggetto che potremmo definire ‘poco determinato’ perché può arrivare da tutte le parti e non è visibile ai nostri occhi. Quindi, tutto ciò fa vivere un sentimento non di paura ma di angoscia”.  L’angoscia, a differenza della paura, la si vive in assenza di un reale oggetto di pericolo. Si ha una sensazione d’inquietudine ma non sappiamo che cosa la determini. E’ la stessa condizione psicologica che si crea con il terrorismo, a differenza della guerra, dove non si può identificare il nemico. Quando siamo angosciati non sappiamo come comportarci per sentirci al sicuro. 

L’angoscia collettiva che stiamo vivendo in questi giorni porta una gran parte della società ad allarmarsi in modo incontrollato: sono finiti i disinfettanti, le maschere chirurgiche; c’è perfino chi fa incetta di prodotti alimentari. Come dire che, accumulando questi beni ci illudiamo di contenere il disagio interiore dell’ignoto che viviamo. 

Restando in tema di corona virus e precisamente nelle zone più colpite dall’epidemia, notiamo che la Pianura Padana, che è la principale zona di diffusione del virus, è fonte di discussione. Nei fatti, assistiamo spesso a reazioni con cui il resto d’Italia identifica la Lombardia come la causa della diffusione del virus in Italia. Del resto l’Italia è considerata allo stesso modo, ovvero ‘l’untore’ dall’Europa; la Cina lo è altrettanto agli occhi del mondo. Simili reazioni non fanno che confermare come noi, esseri umani limitati e fragili, abbiamo bisogno di trovare un oggetto del pericolo fuori da noi per poterlo controllare e illuderci che allontanandolo da noi siamo al sicuro. Ne sono un esempio anche gli episodi compiuti da alcuni italiani verso i cittadini cinesi che vivono in Italia, con cui li considerano ‘il pericolo’ da cui stare alla larga (es. pensare che comperare prodotti cinesi o entrare nei negozi cinesi sia pericoloso, al punto tale da arrivare alle aggressioni v/questi cittadini cinesi). Dunque, tornando a considerare i vantaggi che il corona virus può farci vivere, si  potrebbe dire che in questo momento abbiamo la possibilità di cominciare a identificare il sentimento dell’angoscia e a viverlo piuttosto che difendercene. Per esempio potremmo cominciare a capire che forse la miglior difesa dall’angoscia non è identificare un ‘pericolo fuori da noi’ ma cominciare a sentirci meno soli curando di più la comunicazione, la relazione; con noi stessi e con le persone che per noi hanno un ruolo importante nella nostra vita. Già, perché questi giorni di quarantena forzata, impedendoci di uscire, potrebbero essere per noi l‘occasione per entrare in relazione con l’altro in un modo diverso dal solito: non con i beni materiali o non essendoci, ma al contrario, con la parola, il confronto, la condivisione, la vicinanza emotiva. Eccoli dunque i vantaggi del corona virus: la possibilità di imparare a costruire e a vivere dei rapporti affettivi più nutrienti per poter curare e far crescere le parti fragili e sole di noi stessi.

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